di Lorenzo Parolin[L8/689]
Dio, titolare dell’ azienda Mondo, non è tenuto a dire tutto a tutti, egli stabilisce le regole che ritiene più opportune e impartisce ordini attraverso chi ritiene più adatto. Noi, suoi dipendenti , quando fossimo trattati bene , non dovremmo curiosare o criticare più di tanto il suo operato; che ne sappiamo noi, piccoli e incompetenti come siamo, del grande progetto a cui lavoriamo? Chi siamo noi per voler indagare superbamente i pensieri di Dio? E per voler mettere mano indelicatamente nel suo programma? O possiamo forse affermare che egli non esiste perché non riusciamo a trovarlo e sentirci quindi autorizzati a fare senza di lui? Volersi rendere autonomi da Dio si può, ma il mettersi in proprio ha le sue controindicazioni: possiamo facilmente diventare fonte di disordine e di diseconomie. Potremmo pure sostenere che Dio non è buono e che non merita alcuna attenzione, perché è vendicativo (in quanto mandante del diluvio universale e della distruzione di Sodoma e Gomorra), e cattivo in quanto permette che dei migranti disperati vadano incontro alla morte in barconi fatiscenti nel mare grosso, e che miriadi di innocenti muoiano a causa di guerre o per fame. Per poter giudicare l’operato di Dio, però, dovremmo conoscere il futuro delle anime di quelli che ai nostri occhi periscono ingiustamente: è solo il corpo che subisce quella sorte; e poi trascuriamo il fatto che tutti i corpi risorgeranno. Solo per chi non crede in Dio le disgrazie sono delle tragedie. Sperimentata la precarietà della condizione umana e la totale mancanza di guide sicure, come reagisce l’uomo? Esperienze millenarie gli dicono che il meglio per i singoli viene dal formare gruppo e dal sottomettersi come associati a delle regole comuni . A tal riguardo esistono regole di tipo umano: leggi, costituzioni e normative internazionali, sulla cui validità/affidabilità sorgono gravi dubbi, in quanto i Sistemi che le adottano danno chiari segni di involuzione più che di evoluzione. Delusi dai risultati scarsi delle regole umane, molti fanno un atto di fede e guardano ai comandamenti divini, alle rivelazioni e ai libri sacri. È opinione diffusa che queste regole siano state ispirate da Dio stesso e che Dio abbia vigilato sulla corretta trasmissione dei messaggi originali. Ogni fede religiosa, però, ritiene i propri libri sacri gli unici validi, e scarta tutti gli altri come inquinati. Qui c’è puzza di bruciato, perché la verità per sua natura non può essere che una sola. Potrebbe però essere che, pur non potendo essere tutte le religioni buone, in ciascuna ci sia qualcosa di buono, come sostiene la Madonna nei suoi messaggi da Medjugorie. Va da sé che non bisogna essere troppo fanatici. E dopo aver studiato bene quanto crediamo sia il meglio che c’è nel mondo, cioè dopo esserci formati la coscienza sulla saggezza tramandata, ci rimane la libertà e la responsabilità di decidere il da farsi. Dalle gioie o dalle insoddisfazioni che ne verranno, avremo stimoli per proseguire o per cambiare strada. Chiunque formi gruppo per proteggersi dall’invadenza altrui (cattolico, protestante, ortodosso, testimone di Geova, musulmano, indù, democratico, repubblicano …), non pensi di essere nel giusto solo perché il suo “partito” si reputa migliore degli altri. Da lì alla Verità ne corre!
È forse sciocco l’uomo di fede a credere nell’impalpabile? Lo sarebbe se l’uomo senza fede ottenesse di più con i suoi metodi razionali.
[rif. www.lorenzoparolin.it L8/689]